I trasporti creano problemi. Tassiamoli
Il Commercialista Veneto, N. 206 - Marzo / Aprile 2012
W il km zero, per le cose e per le persone. Non è una provocazione. Si propone proprio di tassare i trasporti, delle cose ma anche delle persone. Il trasporto inquina, e molto, necessita di opere pubbliche rilevanti (stazioni, autostrade, aeroporti, porti, ponti, mezzi di trasporto), occupa tempo che potrebbe essere dedicato ad altro. Perché si deve trasportare l'uva dal Cile in Italia, o gli asparagi, oppure i Kiwi, ma anche i PC, i vestiti, i mobili? Tutto ciò ha un costo anche indiretto, e a fronte dei vantaggi che ritiene di poter avere chi acquista il prodotto, ed anche chi lo vende e chi lo trasporta, ciò comporta costi per la collettività, per l'inquinamento, per le spese, per la necessità di investimenti che quel trasporto ha necessariamente richiesto, per il tempo sprecato, tempo che ben potrebbe essere dedicato ad attività anche ludiche, non necessariamente produttive. E nel trasporto delle persone, stessa cosa. Perché andare in paesi lontani, inquinando, perdendo tempo per il viaggio, quando vicino a casa nostra non conosciamo molto e c'è indiscutibilmente molto da vedere? Chi lo vuole, paghi un po' alla collettività. Una tassa sui trasporti potrebbe equilibrare, in parte, la questione. E se uno a Natale vuole proprio mangiare le ciliegie, oppure vuole andare al caldo, pare giusto che paghi qualcosa in più, a vantaggio di tutti.