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Riforma del catasto e invarianza di gettito sono un ossimoro

di Giuseppe Rebecca
portale Lettera43.it, 14 ottobre 2019

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La riforma del catasto è un tormentone, da oltre 20 anni. Dopo la delega fiscale del 2014 (L. n. 23/2014) e dopo la precedente (L. n. 662/96), ci aveva riprovato il Def approvato l’8 aprile 2016, con una previsione di riforma per il 2018 e ora la prima bozza di nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2019. Poi, il giorno dopo, tale previsione è stata espunta, e non appare più nel programma di governo, almeno per il momento.

IL RIORDINO DEL CATASTO È UN ATTO DOVUTO
In effetti il riordino del catasto è un atto dovuto, non solo verso la Ue, ma anche per aggiornare gli estimi, fermi al 1988/89, e per variarne l’impostazione di base legata ai vani e non alla superficie. Ma molto probabilmente anche questa volta lo schema di riforma farà la stessa fine delle precedenti leggi: sarà abbandonato. È sicuramente condivisibile la ricerca di una maggiore equità nel campo immobiliare, oggi caratterizzato da una disuguaglianza di valori catastali a seconda dei diversi ambiti territoriali, oltre che un allineamento, per quanto possibile, ai valori di mercato che, seppure oggi ancora depresso, appaiono sovente superiori a quelli catastali, talvolta anche per importi significativi.

L’AUMENTO DELLA IMPOSIZIONE DEGLI IMMOBILI
Il precedente intervento è stoppato solo alla fine, quando improvvisamente al ministero si accorsero che il nuovo catasto edilizio avrebbe comunque comportato un insostenibile aumento nella imposizione degli immobili. E questo anche nella dichiarata e impossibile invarianza di prelievo, totale e/o per imposta e/o per zona. È stato acclarato che riforma del catasto e invarianza di gettito sono un bislacco ossimoro, improponibile; ne consegue che ogni possibile riforma non può prescindere da un aumento di gettito. Con buona pace di propositi di riduzione delle imposte. Dato per scontato che con una riforma del catasto le rendite e i valori sono destinati ad aumentare, ne deriva che le imposte, ad aliquote costanti, aumentano. È evidente. Ma se si pensa di attuare anche il principio della invarianza del prelievo, la riforma sarà ancora una volta di impossibile applicazione. Staremo a vedere.

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