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Il codice della crisi e dell’insolvenza: due proposte per il futuro

di Giuseppe Rebecca
OCI - Osservatorio sulle Crisi d'Impresa - 18 febbraio 2019

Suggeriamo due particolari interventi, sicuramente marginali, ma non per questo meno importanti, per una prossima riforma delle crisi aziendali. Riguardano le sanzioni e le penalità come pure i privilegi.

SANZIONI E PENALITA’

Quanto alle sanzioni e penalità, si suggerisce di prevedere che le multe, le ammende, le pene pecuniarie, pene accessorie e qualsiasi penalità (di ogni genere, oppure solo fiscali) vengano annullate in caso di pagamento integrale, in sede di primo riparto, del debito in conto capitale (un po’ come è stato fatto, peraltro solo una tantum, con la legge n. 410 del 29 novembre 1997, art. 6 bis, conversione del D.L. 29 settembre 1997 n. 328). Provvedimento razionale e sicuramente utile, ma che non ha avuto alcun seguito, nell’indifferenza generale.

L’erario e gli enti coinvolti non ci rimetterebbero nulla, anzi; incasserebbe subito, anche se forse, ma non è nemmeno detto, un importo un po’ inferiore, e i creditori potrebbero così trovare maggiore soddisfazione nel residuo. Pare una proposta interessante, che non lede gli interessi dei soggetti coinvolti.

RIPARTIZIONE DELLE PERDITE

Altra cosa, più dirompente, riguarda la ripartizione proporzionale delle perdite a tutti i creditori ammessi allo stato passivo. Oggi la situazione è questa, e non son previste particolari misure, per il futuro: una selva di privilegi, frutto di poche norme di base implementate nel tempo sulla base di spinte di tante, troppe categorie. E tutto questo a danno dei creditori chirografari, che normalmente sono la gran massa dei creditori del fallimento. I creditori chirografari sono così sempre più i veri paria del fallimento, quelli che ne sopportano, sempre, il peso maggiore, se non addirittura integrale. I creditori privilegiati assorbono sempre quasi tutto l’attivo del fallimento, il che forse non è del tutto equo. Al di là di una necessaria rivisitazione dei privilegi, con congruo snellimento delle previsioni, potrebbe risultare interessante una innovazione semplice, ancorché dirompente. Distribuire una perdita, necessariamente piccola, a tutte le categorie dei soggetti creditori coinvolti, anche ai creditori privilegiati, perdita che aumenta con il passaggio ai successivi privilegi nella scala dei privilegi stessi. Semplificando: si potrebbe attribuire alla prededuzione il pagamento pieno, ai dipendenti una perdita dell’1%, agli enti previdenziali una perdita del 5%, ai professionisti, artigiani e agenti una perdita del %, alle imposte una perdita del % e così via… . E questo per tutti i creditori, o almeno per quelli con il credito più recente. La percentuale di perdita non sarebbe rilevante per il singolo creditore, e quindi sarebbe pacificamente sostenibile, ma nel contempo consentirebbe sicuramente di soddisfare più creditori. In particolare i creditori chirografari potrebbero così aspirare a qualche maggiore soddisfazione, con un piccolo sacrificio degli altri creditori. La proposta non pare poi così fuori luogo.

Chissà se prima o poi quanto qui suggerito potrà trovare attuazione, a beneficio della collettività.

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