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Quanto è cresciuto il debito pubblico nei governi passati

di Giuseppe Rebecca
portale Lettera43.it, 28 ottobre 2018

lettera43logo1

Banca d’Italia e l’Ufficio parlamentare di bilancio hanno bocciato le cifre del governo circa la previsione di crescita: troppo ottimistica, anche rispetto allo stesso quadro economico presentato nel documento. E conseguentemente il debito non scenderà.

Sono poi arrivate le previsioni del Fondo Monetario Internazionale che hanno confermato un rallentamento nella crescita per l’Italia per l’anno in corso e anche per il 2019, quando la crescita dovrebbe assestarsi all’1 per cento, per poi calare gradualmente fino al +0,7 per cento del 2023.

E cosa accadrà per il debito pubblico, con una manovra basata su uscite a regime coperte da entrate in parte una tantum?

Certamente non potrà scendere, in cifra assoluta. Quanto al rapporto con il PIL, anche qui le previsioni paiono ottimiste. E’ interessante analizzare l’andamento del passato, con il debito che è schizzato all’inizio degli anni 90.

Dati in miliardi di Euro

Anno

PIL

Debito Pubblico

Saldo interessi

Rapporto debito pubblico/PIL % [1]

Delta debito pubblico

Governi

1975

 

42

 

56,64

 

Moro

1976

 

52

 

56,21

10

Moro/Andreotti

1977

 

62

 

55,22

10

Andreotti

1978

 

79

 

59,45

17

Andreotti

1979

 

95

 

58,25

16

Andreotti/Cossiga

1980

203

114

8

56,08

19

Cossiga I – II - Forlani

1981

244

141

10

58,46

27

Forlani – Spadolini I

1982

288

169

17

63,14

28

Spadolini II – Fanfani VI

1983

335

203

24

69,40

34

Fanfani VI – Craxi I

1984

383

247

30

74,90

44

Craxi I

1985

430

300

34

80,90

53

Craxi I

1986

475

357

38

85,12

57

Craxi I – Craxi II

1987

520

417

38

89,11

60

Craxi II – Fanfani VI – Goria

1988

577

481

45

90,83

64

Goria – De Mita

1989

634

553

55

93,31

72

De Mita – Andreotti VI

1990

701

668

67

95,22

115

Andreotti VI

1991

766

755

83

98,59

87

Andreotti VI –VII

1992

806

850

94

105,49

95

Andreotti VII – Amato I

1993

830

960

101

115,66

110

Amato I – Ciampi

1994

878

1.069

93

121,84

109

Ciampi – Berlusconi I

1995

947

1.151

102

121,56

116,91

82

Dini

1996

1.004

1.214

108

116,34

63

Dini – Prodi I

1997

1.049

1.238

92

113,76

24

Prodi I

1998

1.091

1.254

82

110,81

16

Prodi I – D’alema

1999

1.127

1.282

71

109,66

28

D’alema

2000

1.191

1.300

72

105,11

18

D’alema – Amato II

2001

1.249

1.358

75

104,73

58

Amato II – Berlusconi II

2002

1.295

1.369

68

101,92

11

Berlusconi II

2003

1.335

1.393

65

100,49

24

Berlusconi II

2004

1.400

1.445

63

100,09

52

Berlusconi II – Berlusconi III

2005

1.423

1.513

67

101,94

68

Berlusconi III

2006

1.475

1.582

68

102,56

69

Berlusconi III – Prodi II

2007

1.554

1.599

78

99,79

17

Prodi II

2008

1.575

1.663

80

102,40

64

Prodi II – Berlusconi VI

2009

1.520

1.769

 

112,54

106

Berlusconi VI

2010

1.552

1.851

 

115,41

82

Berlusconi VI

2011

1.578

1.907

 

116,52

56

Berlusconi VI – Monti

2012

1.566

1.989

 

123,36

82

Monti

2013

1.605

2.070

 

129,03

81

Monti - Letta

2014

1.622

2.137

 

131,78

67

Letta – Renzi

2015

1.645

2.173

 

132,05

36

Renzi

2016

1.672

2.220

 

132,62

47

Renzi - Gentiloni

2017

 

2.263

 

131,5

43

Gentiloni

2018

LUG.

2.342

   

79

Gentiloni – Conte

nuovo record in soli 7 mesi

Nel contempo qualcuno ricorda che la ricchezza degli italiani è sempre elevata, anche se in calo dal 2007.

Si tratta circa di 8.700 miliardi (dal 2013, Bollettino Banca d’Italia a settembre 2015); così suddivisi:

Voci (dati in miliardi di euro)

2013

Abitazioni

4.952,10

Oggetti di valore

108,40

Fabbricati non residenziali

332,90

Capitale fisso

248,70

Terreni

206,70

Totale attività reali (a)

5.848,80

Attività finanziarie (b)

3.793,30

Totale attività (a+b)

9.642,10

Prestiti (c)

- 911,90

Ricchezza netta (a+b-c)

8.730,20

Ma è di tutta evidenza che non si tratta di vasi comunicanti, da una parte i privati, da una parte il pubblico.

Il sito formiche.net/blog ha analizzato il debito pubblico in base ai giorni di durata di ciascun governo.

Questi i dati che ne risultano, spesso sorprendenti. La cosa più immediata che balza in evidenza è che tutti i vari governi hanno gravato il debito pubblico, e anche soggetti ritenuti virtuosi lo hanno invece aumentato, in maniera talvolta elevata.

Ognuno può trarre le conclusioni che crede, su questo aspetto. Ma sta di fatto che Amato e Gentiloni hanno aumentato il debito in misura rilevante, circa il doppio di Berlusconi e Craxi; Monti poi non è da meno. Questi i dati:

DEBITO PUBBLICO – RUBARE IL FUTURO classifica dei Premier sulla base della crescita giornaliera dell’indebitamento
(dal 14 luglio 1946 al 31 maggio 2017)

 

PREMIER IN CARICA

AUMENTO GIORNALIERO MEDIO
(in MLN)

DURATA DEI GOVERNI
(totale giorni)


AUMENTO COMPLESSIVO(in MLD)

NUMERO ESECUTIVI PRESIEDUTI

1

AMATO

342

714

244

2

2

GENTILONI

309

170

53

1

3

MONTI

242

528

128

1

4

DINI

207

485

100

1

5

LETTA

202

299

60

1

6

BERLUSCONI

165

3.336

550

4

7

GORIA

159

259

41

1

8

CRAXI

159

1.350

214

2

9

DE MITA

155

464

72

1

10

RENZI

119

1024

122

1

11

ANDREOTTI

111

2.672

296

7

12

PRODI

109

1607

176

2

13

SPADOLINI

97

519

50

2

14

FORLANI

76

252

19

1

15

D’ALEMA

73

550

40

2

16

COSSIGA

43

439

19

2

17

FANFANI

28

1.654

46

6

18

MORO

9

2.273

21

5

19

CIAMPI

9

376

3

1

20

RUMOR

9

1.101

10

5

21

COLOMBO

8

559

4

1

22

LEONE

2

335

1

2

23

PELLA

1

153

0

1

24

SCELBA

1

510

0

1

25

SEGNI

1

1.085

1

1

26

DE GASPERI

1

2.583

2

7

27

TAMBRONI

0

122

0

1

28

ZOLI

0

407

0

1

Qualche curiosità

Ma sul debito pubblico possiamo anche un po’ giocare, giusto per non abbatterci troppo. Il debito pubblico italiano ha raggiunto i 2.342 miliardi di euro. È una cifra impressionante che però non fa le dovute impressioni. Con l’euro tutto pare più semplice, e non ci rendiamo bene conto di cosa significhi; 2.342 miliardi di euro sono circa 4,5 milioni di miliardi di lire. Cifra che fa raggelare. È una cifra che nessun umano riuscirebbe mai a contare in una intera vita; servirebbe una intera scolaresca, che per tutta la vita lavorativa, senza mai ammalarsi, contasse banconote da 100 euro [2] .

Messi in fila, 2.342 miliardi di euro in biglietti da 100 euro fanno quasi 9 volte l’equatore [3] .

Su una popolazione di circa 60 milioni di persone, sono circa 39.000 euro di debito a testa, neonati e vecchi compresi, italiani e stranieri. Se poi la popolazione calasse, come si prevede, il debito pro capite aumenterebbe ancor più.



[1] I dati del rapporto Debito pubblico/PIL non corrispondo esattamente ai dati riportati nella tabella. Probabilmente sono tratti da altre fonti (Il Corriere della Sera, 10/7/2017). Anche i dati del debito complessivo variano leggermente, da fonti diverse.

[2] Si stima che una persona possa contare 200 biglietti da 100 al minuto pari a 12.000 all’ora e 96.000 al giorno di 8 ore. Per un anno di lavoro, stimato in 220 giorni annui, abbiamo 21,12 milioni di biglietti annui. In 40 anni di lavoro, si hanno 845 milioni di biglietti. Il debito pubblico è fatto da 23 miliardi di biglietti da 100. Servono quindi 28 persone (845x28=2366) che lavorino 40 anni, sempre. Se fossero un po’ più veloci, forse ne basterebbero anche solo 27.

[3] Equatore km 40.075. Biglietto da 100 euro:larghezza cm 14,75, L’equatore è equivalente a 271,70 miliardi di biglietti da 100 euro. Per fare 2.342 miliardi di euro si gira l’equatore quasi 9 volte (8.62 per l’esattezza).

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