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Con questi conti pubblici il 2016 sarà da brivido

di Giuseppe Rebecca
portale Lettera43.it, 19 agosto 2015

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Il ministro Padoan bacchetta un po' l'Italia: «Dati Istat in linea con la situazione, ma il Paese può e deve fare meglio» (da Il sole 24 ore, 15 agosto 2015).
Questo il suo commento a caldo (!) ai dati appena comunicati dall'Istituto statistico sull´andamento del Prodotto interno lordi (Pil) nel secondo trimestre 2015 : + 0,2%.
Quanto al fare meglio, non si comprende bene se sia uno sprone a se stesso e al suo governo oppure all´Italia tutta, come parrebbe più probabile. O, magari, se invece ha espresso una semplice speranza.
Nel primo trimestre di quest'anno il Pil era aumentato dello 0,3%, il che comunque parrebbe poter consentire il raggiungimento della stima fatta dal governo di un auumento dello 0,7% nel corso dell´intero 2015 .

IN EUROPA SPAGNA E GRECIA MEGLIO DI NOI. Nel Def, infatti, erano stati tratteggiati tre scenari per il 2015: il più ottimista con una crescita dell´1,2%, la stima base con un aumento dello 0,7% e la stima minima dello 0,2%. Bankitalia e Fmi avevano fatto una previsione sempre sulla stessa base, +0,7%, ridotto allo 0,6% per Ocse e Ue e aumentato invece allo 0,8% per Confindustria.
L´Europa ha fatto un po´ meglio di noi nel secondo trimestre (+ 0,3% ), con Paesi che ci hanno superato abbondantemente. Al di là di una strepitosa Spagna (+1%) e di una Grecia al + 0,8%, abbiamo avuto la Lettonia al +1,2%, la Germania al +0,4% e la Francia allo 0%.
Anche il Pil per addetto è in continuo calo, in Italia, al contrario di quanto avviene in altri Stati: Regno Unito, Spagna, Germania e anche Francia.
La "pallida " ripresa dell´Europa è proprio dovuta al mancato incremento dei due Paesi deboli, Italia e Francia , come evidenziato anche da l´Economist.

VERSO UN 2016 A TINTE FOSCHE. Poco importa, o comunque poco aiuta, il fatto che invece il Giappone sia in calo (-0,4%), essendo stato tra l´altro in forte aumento il trimestre precedente, e che la Cina abbia fortemente rallentato la sua marcia, in ogni caso sempre fortemente all´insù .
Ma è giusto preoccuparsi per il 2016. Moody´s stima per il prossimo anno un aumento all´incirca dell´1%, contro una stima del governo dell´1,4%. Per i Paesi del G20, l´agenzia di rating prevede in ogni caso una crescita del 2,7% quest´anno e del 3% il prossimo anno, dopo l´incremento del 2,4 % del 2014.
Ad ogni buon conto, la prossima manovra autunnale, come pure la Legge di Stabilità 2016, dipendono in grande misura dall´andamento futuro del Pil; se poi teniamo in considerazione le promesse choc fatte dal premier Renzi (via Imu e Tasi sulla prima casa nel 2016, riduzione dell´Ires e dell´Irap nel 2017 e revisione degli scaglioni Irpef nel 2018), che complessivamente valgono più di 70 miliardi (La Repubblica, 21 luglio 2015), accompagnate dalla necessità di coprire i 12,8 miliardi su cui pende la clausola di salvaguardia, ci rendiamo conto del gravoso, impervio e a nostro avviso impossibile lavoro dei tecnici del ministero.
L´Iva potrebbe schizzare al 25,5% e al 13% nel 2018, deprimendo così del tutto ogni possibile crescita, ovviamente salvo che l´Europa non ci dia una deroga.
Ma possiamo stare tranquilli ? Ed essere ottimisti ?

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