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Tasse, 10 proposte per il governo Letta

di Giuseppe Rebecca
portale Lettera43.it, 17 maggio 2013

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Egregio Presidente Letta,

Difficile, o meglio impossibile, far quadrare quello che non quadra. La brutta storia dell’Imu lo dimostra appieno. Non si possono fare manovre sulle entrate facendo sottrazioni e addizioni. Le imposte sono troppo alte, insostenibili; meglio trovare altre formule.
Sulla spending review, poi, nessuno ci conta troppo.
Mi permetto allora proporre 11 suggerimenti operativi ispirati all’equità, alla praticità e alla convenienza. E tutti limitati alle entrate.

1. Redditometro
Prevedere, nel modello Unico, una riga ove dichiarare un reddito da redditometro, senza particolari specificazioni.
Chi oggi volesse magari ravvedersi, non sa proprio dove dichiarare un reddito senza natura specifica. Tanto, che male fa, a dichiarare? Paga le imposte, e almeno fino a un certo limite è coperto, anche se manca un riferimento specifico ad una tipologia di reddito. Le entrate aumenterebbero, anche se non di molto.

2. Detrazioni al 10%
Si potrebbe allargare la deducibilità o la detrazione di certi oneri per le persone fisiche, peraltro limitandole al 10% o al 20%.
Ci sarebbe più interesse a richiedere le fatture per prestazioni e acquisti deducibili.

3. Pagamento in anticipo delle imposte
Perché non consentire il pagamento delle imposte in via anticipata, concedendo uno sconto pari al tasso dei Bot o dei Btp? I contribuenti potrebbero scegliere se investire le loro risorse nel debito dello Stato oppure in imposte anticipate; nel corso degli anni, poi, attingerebbero dal loro «tesoretto». Magari il tutto potrebbe essere forfettarizzato con uno sconto dell’1%.
In Belgio, ormai circa 20 anni fa, così è stato fatto. Non sappiamo peraltro con che esito.


4. Limitare le agevolazioni in agricoltura
Si dovrebbe porre un limite massimo di fatturato per la tassazione delle aziende agricole in base al reddito agrario. L’utilizzo che talvolta oggi si fa di questa agevolazione appare infatti improprio. Per esempio, molte tra le più importanti cantine vitivinicole italiane vendono a prezzi elevati, ovviamente loro vini di qualità, senza legittimamente pagare le imposte.
L’agevolazione per gli agricoltori è un retaggio del passato; si può, o meglio si deve mantenerla, ma è sicuramente opportuno porre un tetto massimo, per esempio, 100 mila euro di fatturato, per società e aziende individuali.

5. Una tassa sui trasporti
Si potrebbero tassare i trasporti, di persone e cose, favorendo il km zero. I trasporti inquinano e necessitano di investimenti elevati per le infrastrutture. Pare assurdo mangiare frutta fuori stagione. E viaggiare lontano, quando poco si conosce della propria nazione. Certo ci saranno proteste, ma la logica sarebbe rispettata.

6. Rivedere il trattamento fiscale riservato alla Chiesa
Ci si riferisce all’Imu, alla parziale esenzione Ires e a contributi vari.

7. Trasformazione agevolata delle società
Consentire a regime la trasformazione agevolata delle società commerciali in società semplici.

8. Agevolare le assegnazioni ai soci di società che si sciolgono
Prevedere a regime l’assegnazione agevolata ai soci, in caso di liquidazione di società.

9. Tasse sui beni
Ogni epoca ha le sue tasse, da sempre. Si cambia il modo di vivere, cambiano i consumi, ma il Principe (e ora il governo) è sempre pronto a tassare il comportamento umano. Ai primi dell’800, quante lotte, in tutta Italia, contro l’odiosa tassa sul macinato che dava all’erario oltre l’80% delle entrate totali. Poco importava se la gente povera moriva di fame, se i mugnai lavoravano murati nei loro mulini.
La farina era un bene essenziale, non se ne poteva fare a meno, ed ecco i vari governi di quel tempo pronti a tassarla. Al tempo dei faraoni, ricordiamo il Nilometro, strumento che in base all’altezza dell’acqua nel pozzo stimava la fertilità del terreno, il raccolto e le conseguenti imposte.
Ma tornando ai nostri giorni, il contatore dei giri della ruota del mulino è stato da tempo sostituito dall’erogatore della benzina. Stesso principio, stesso contatore, stessa tassa. Su ogni litro di benzina, circa tre quarti del prezzo pagato vanno all’erario. È una esagerazione bella e buona. Per non parlare poi della tassazione della casa. Comunque, tutta roba da buttare. La tassa del futuro sarà sulle comunicazioni e su internet. I francesi ci stanno già pensando; internet, tablet e smartphone.

10. Permute immobiliari
Perché non agevolare il privato che cede il proprio bene all’impresa che lo ristruttura (lì o altrove)? Molte operazioni si sbloccherebbero.

Venerdì, 17 Maggio 2013

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