Lo Stato italiano, le entrate e il placebo
di Giuseppe Rebecca
Il Commercialista Veneto, N. 216 - Novembre / Dicembre 2013
Le entrate tributarie sono stabili; lo ha reso noto il 16 dicembre 2013 il Ministro Saccomanni, con riferimento ad ottobre 2013. Solo un lieve calo, meno 0,2% complessivo.
Ci si domanda: ma come può essere? E’ benvero che la pressione tributaria è aumentata, ma è altrettanto vero che i redditi si sono ridotti, almeno in questo anno, come pure si sono ridotti i consumi.
Forse che le maggiori entrate per effetto della lotta all’evasione hanno coperto il calo dei redditi? Difficile da ipotizzare.
Resta il mistero, almeno per ora, di questo dato. Qualcosa pare non torni.
Stessa cosa per l’INPS; a confronto omogeneo, i contributi 2013 risultano in linea con i contributi 2012. Il confronto deve essere fatto a dati omogenei dice l’INPS in quanto nel 2012 c’è stato un incasso straordinario legato a crediti cartolarizzati. Ma anche qui, con tutti quei lavoratori a spasso, con la cassa integrazione, con la mobilità, come fanno a essere costanti, i contributi versati?
Viene quasi il sospetto, ma non vorremmo essere troppo maligni, che tutto ciò faccia parte di una strategia; rassicurare tutti, e andare avanti. Il governo è un placebo, e tutti cerchiamo di rassicurarci. Il buco, quando verrà fuori, sarà magari gestito da altri. E intanto il tempo passa.
Nel frattempo, la spending review e le spese per la politica sono sempre alte, mostruose, nella loro entità.
Anche se forse non ce ne siamo accorti, oltre un milione di persone sono al nostro servizio, in politica, e ci costano 23 miliardi di euro, 757 euro a testa. Questo in base alle recentissime stime della UIL.
Per il solo funzionamento degli organi istituzionali si spendono oltre 6 miliardi di euro.
Unica consolazione, il totale è leggermente diminuito, rispetto all’anno precedente.
Cosa potrà riservarci il futuro è nei dati che tutti abbiamo; il fallimento del paese Italia.