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Il tassicidio

di Giuseppe Rebecca
Il Commercialista Veneto, N. 213 - Maggio / Giugno 2013

Di tasse le imprese possono anche morire.

Lo vediamo quotidianamente; la pressione fiscale totale complessiva è esagerata, e non consente, non può consentire alle imprese di svilupparsi. Anzi, sempre più spesso le affossa.

Anche il meccanismo stesso delle imposte, che si pagano pronta casa, e anche in anticipo in corso d’anno, è da rivedere.

I redditi delle imprese sono determinati per competenza, e gli incassi, si sa, sono lenti, nonostante le norme che impongono termini di pagamento molto brevi. Accade così che l’impresa che guadagna, ma non incassa, deve finanziarsi anche per pagare le imposte.

Se poi siamo al primo anno di attività in utile (società nuova o società che prima non guadagnava molto) le imposte da pagare l’anno successivo, considerando saldo e acconto, possono arrivare al 100% dell’utile stesso.

È evidente che qualcosa non va, in questo meccanismo. I termini per il pagamento delle imposte, e la stessa entità degli acconti andrebbero drasticamente rivisti. Le imprese non sono un bancomat, da cui lo Stato può solo prelevare. Se poi la stessa impresa vanta crediti verso l’Erario o verso lo Stato stesso, vincoli di tutti i tipi ne impediscono il pronto utilizzo o l’incasso.

Le imprese non possono accettare questa situazione.

Di tasse le imprese possono anche morire. E con le imprese, l’economia italiana.

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