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>> Anno 2013

Corvée fiscale

di Giuseppe Rebecca
Il Commercialista Veneto, N. 211 - Gennaio / Febbraio 2013

Che strano destino ha il cittadino italiano, da qualche anno.
Invece di avere al suo servizio le istituzioni, come si penserebbe, visto che le paga, tra l'altro sempre di più, spesso si trova lui stesso ad essere al servizio delle istituzioni. Proprio il contrario di come dovrebbe essere. E questo nostro servizio alle istituzioni è pagato sia in natura che con denaro.
In natura era offerto, fino a qualche anno fa, il servizio militare; con denaro si pagano invece le imposte. Ma c'è un nuovo pagamento in natura sempre più diffuso, un pagamento forse un po' subdolo, pagamento che non si percepisce nella sua intierezza, ma che è egualmente gravoso e pesante.

Si tratta della corvée fiscale. Ci riferiamo a tutti gli adempimenti che l'Amministrazione Finanziaria negli anni ha posto a carico dei contribuenti, di tutti i contribuenti, privati e imprese, per semplificare e alleggerire il lavoro dell'Amministrazione stessa, non certamente quello dei cittadini. Si tratta di un semplice travaso di compiti, che comporta il verificarsi di situazioni al limite dell'assurdo; il cittadino paga per un servizio che poi si ritrova in parte a svolgere personalmente. E evidente che qualcosa non va.
Ci riferiamo in particolare alle dichiarazioni fiscali, una volta digitalizzate a cura dell'Amministrazione Finanziaria; ora la digitalizzazione è invece a carico del cittadino che deve anche provvedere al loro invio telematico. Lo stesso dicasi per i dati del catasto e per la registrazione degli atti, per i quali, ad esempio, ricordiamo il nuovo software "Siria", che consente al cittadino di registrare autonomamente il proprio contratto di locazione, senza far "perdere tempo" ai funzionari dell'Agenzia delle Entrate.
Abbiamo poi le ritenute fiscali, i contributi e l'IVA che versano imprese e professionisti: sono un servizio per lo Stato, gratuito, anche se si rischiano sanzioni per possibili errori. Per fortuna che ogni tanto l'Amministrazione Finanziaria ci fornisce delle poderose circolari che spiegano cosa debba fare il contribuente; peccato che a volte questi chiarimenti arrivino però dopo le scadenze o comunque in ritardo. È il caso, per esempio, della recente circolare in materia di rimborsi IRES legati alla deducibilità dell'IRAP riferita al costo del personale dipendente. L'emanazione di una circolare esplicativa sarebbe forse stata più utile prima dell'invio, da parte della quasi totalità dei contribuenti, delle istanze di rimborso. Ma evidentemente l'Am­ministrazione Finanziaria o non ha tempo, o non ha le competenze o non gliene importa nulla, dei contribuenti.

Ai tempi feudali il vassallo rendeva la sua prestazione al signore feudale, di norma con giornate di lavoro gratuito. Il sistema delle corvée assicurava dei vantaggi sia per il signore feudale, che così poteva disporre di forza di lavoro gratuitamente, sia per il vassallo, che aveva il vantaggio di poter pagare fitti ed imposte con il lavoro e non con il denaro. Ma torniamo ai nostri giorni. Inizialmente erano solo le dichiarazioni dei redditi; chi ha qualche anno, si ricorderà le allora semplici dichiarazioni fiscali compilate a mano con i fogli a ricalco. Ora si devono utilizzare programmi (costosi, e sempre in continua evoluzione) fornendo mi­gliaia di dati già in formato elettronico, pronti per l'uso. Programmi, computer, aggiornamento sono forniti gratis dai contribuenti e da chi li assiste. Ora, con il redditometro vanno dichiarate auto e beni dati in beneficio ai soci (per questi ultimi, ricordiamo che l'Amministrazione Finanziaria vuole una nuova e apposita comunicazione contenente anche indicazioni che vanno oltre lo spirito della norma).
L'esercito dei 100.000 segugi italiani (circa 60.000 finanzieri e 35.000 dipendenti dell'Amministrazione Finanziaria) ha di fatto arruolato anche 5 milioni di volontari coatti, le aziende e i privati. Tanto, non costano proprio nulla, e se sbagliano non servono richiami o lettere, si applicano immediatamente le sanzioni, e si guadagna anche un po', senza aver fatto nulla. Tutti a fornire alla Pubblica Amministrazione dati di terzi.

Dulcis in fundo, situazione assurda ed irreale, eppure non ancora sufficientemente criticata, è la questione della responsabilità solidale di chi appalta, in qualsiasi campo. Tocca a chi appalta-controllare l'appaltatore, chissà poi perché. E anche qui, gratis e sanzioni se si sbaglia. Ci vorrebbe più serietà, da parte dell'Amministrazione Pubblica, e più presa di coscienza da parte dei cittadini, sempre più tartassati, in tutti i sensi; e nelle condizioni di non poter nemmeno protestare. E quindi, tutto sommato, è fin troppo facile abusarne. Elenchiamo solo qualcuna delle procedure di controllo che sono state delegate ai cittadini/ contribuenti: elenchi Intrastat, comunicazioni black list, lettere di intento, beni ai soci (comunicazione continuamente prorogata perché l'Amministrazione Finanziaria stessa ancora non sa esattamente cosa chiedere ai cittadini), nuovo elenco clienti-fornitori (noto anche come "spesometro" che, per l'anno 2012, richiederà, chiaramente a pagamento, l'aggiornamento dei software delle imprese, software già obsoleti, nonostante siano stati acquistati nel 2011 appositamente per tale adempimento, quindi doppia spesa senza alcun riguardo), erogazioni libe­rali, spesometro (operazioni regolate con moneta elettronica), archivio rapporti finanziari - comunicazioni "ordinarie", archivio rapporti finanziari - nuova comunicazione saldi e movimentazioni, responsabilità solidale, compensazioni IVA. C'è chi ne ha a uffa, oramai. Le corvée sono decisamente troppe, e prima o poi la protesta monterà.

Non siamo nel medioevo, e ci si trova in una strana situazione, con l'inversione dei ruoli: il cittadino al servizio dello Stato, quando dovrebbe essere esattamente il contrario. Il cittadino/contribuente è troppo paziente e al momento non ha ancora preso piena coscienza dell'abuso nei suoi confronti.

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