Curatori Fallimentari: sempre meno di 100 euro al mese
di Giuseppe Rebecca e Donatella Laico
Il Commercialista Veneto, N. 180 - novembre/dicembre 2007
I DATI ISTAT DEL 2005 NON FANNO che confermare quelli del 2003 e del 2004. Ormai è una costante, esiste un problema: l'inadeguatezza del compenso ai curatori fallimentari. E visto che per lo più siamo dottori commercialisti e ragionieri, è una questione che ci riguarda da vicino. L'art. 39 del Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267 dispone: " il compenso e le spese dovuti al curatore, anche se il fallimento si chiude con concordato, sono liquidati ad istanza del curatore con decreto del tribunale non soggetto a reclamo, su relazione del giudice delegato, secondo le norme stabilite con decreto del Ministro della giustizia". In base al Decreto Ministeriale del 28 luglio 1992 n. 570 ( oltre 15 anni fa), tale emolumento è calcolato applicando una percentuale sull'attivo compresa tra un minimo ed un massimo predeterminati; a tale somma va aggiunta una limitata integrazione sul passivo ammesso. Risulta interessante analizzarne i dati in base a quanto appena reso noto dall'Istat1 ( vedi tabella 1). Per i fallimenti chiusi nel 2005, il curatore ha lavorato, mediamente, 8 anni, ricevendo un compenso di circa 9.000 euro. Più o meno come per gli anni precedenti. Ne risulta un compenso medio annuo pari a poco più di 1000 euro (1.140 euro, contro i 1.150 euro per il 2004). Le spese totali per procedura, invece, sono aumentate passando da 35.500 nel 2004 a 37.800 nel 2005. In tali spese ci sono anche tutte le spese legali. Analizzando la tabella 1 si rileva come dal 2004 al 2005 il numero dei fallimenti dichiarati risulta aumentato del 7,4% ( l'incremento registrato nel 2003-2004 era maggiore, 8,1%). I fallimenti chiusi diminuiscono, invece, dello 0,6%, mentre nel 2003-2004 si era registrato un trend positivo. La percentuale dei crediti privilegiati sul totale del passivo è passata dal 36% del 2004 al 38% del 2005: nel 2005 la variazione in diminuzione del passivo (-5%) è stata maggiore della variazione negativa dei crediti privilegiati (-1,1%). La percentuale dell'attivo sul passivo è rimasta invariata al 20%. La perdita media è diminuita da 724 mila euro nel 2004 a 697 mila euro nel 2005; nello stesso tempo, nel 2005 è diminuito l'ammontare del passivo medio (passando da 865 mila euro a 827 mila euro). La perdita media, come nel 2004, è sempre pari all'84% del passivo medio. Nella tabella 2 mettiamo a confronto i dati delle procedure concorsuali del Nordest con quelli rilevati in tutta Italia.(...)