di Giuseppe Rebecca e Carlotta Baruchello
Il Fisco, N. 8/2007 - 26 febbraio 2007

Le aziende di trasporto pubblico locale sono state di recente interessate da un repentino cambiamento di rotta, in materia fiscale, dell'Amministrazione finanziaria; ci riferiamo alla risoluzione n. 126/E del 12 agosto 2005 (in "il fisco" n. 34/2005, fascicolo n. 2, pag. 5339). La risoluzione è intervenuta sulla questione del meccanismo proporzionale di deducibilità degli interessi passivi (art. 63 del Tuir, approvato con D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, ora art. 96) e delle spese generali (art. 75, comma 5, del Tuir, ora art. 109, comma 5) in presenza di proventi non computabili nella determinazione del reddito, nonché sulla disciplina delle perdite fiscali (art. 102 del Tuir, ora art. 84). L'art. 102 del Tuir è una disposizione che limita il riporto della perdita fiscale pregressa nel caso in cui la stessa si sia formata con il concorso di una determinata tipologia di proventi, quelli esenti. Ed è proprio quest'ultimo aspetto che sarà qui analizzato. La risoluzione, oggetto di dibattito in dottrina, stabilisce che ai contributi erogati dalle regioni a ripiano dei disavanzi di gestione (1) debba essere applicata la limitazione prevista dall'art. 102, comma 1, del Tuir (ora art. 84), in tema di riporto delle perdite fiscali, norma secondo cui "... La perdita è diminuita dei proventi esenti dall'imposta per la parte del loro ammontare che eccede i componenti negativi non dedotti ai sensi degli articoli 63 e 75, commi 5 e 5-bis ...". Ciò significa riconoscere in maniera esplicita che le somme erogate dall'ente pubblico (regione) per coprire le perdite "fisiologiche" del sistema sono da considerarsi, secondo l'Amministrazione finanziaria, proventi esenti, e per tale motivo da portare in diminuzione della perdita d'esercizio, eventualmente formatasi, riportabile. Affermazione che dimostreremo essere del tutto errata. In questo articolo analizzeremo dapprima la natura dei contributi regionali erogati, ai sensi dell'art. 6 della L. n. 151/1981 e dell'art. 3 del D.L. n. 833/1986, alle aziende di trasporto pubblico locale per il ripiano dei disavanzi di esercizio per negarne la caratteristica di proventi.(...)