I Dottori Commercialisti, i Ragionieri e l'outsourcing
di Giuseppe Rebecca
Il Commercialista Veneto, N. 157 gennaio-febbraio 2004
Gli studi professionali sono all’avanguardia, sotto l’aspetto informatico. In pochi anni sono stati fatti investimenti notevoli, di mezzi e di tempo. Anche la mentalità è necessariamente cambiata. E così, senza quasi accorgercene, siamo diventati il più grande centro di outsourcing dell’Amministrazione pubblica in Italia. E’ indubbio che siamo proprio noi, il più grande centro. Ciò quanto a risorse, ad hardware, a programmi, a input di dati. E’ altrettanto indubbio che lavoriamo molto bene e che lavoriamo sodo, senza problemi di straordinari, di lavoro notturno, di festività. Nessuno può non riconoscerci queste caratteristiche, che sono una evidenza, per tutti. Ora che ci siamo attrezzati, ora che tutto funziona, forse è il caso di fermarci e pensare un po’. Tutta questa mole di lavoro, tutti questi investimenti, per chi li abbiamo fatti? La risposta è immediata: per l’Amministrazione pubblica, ed in particolare per l’Amministrazione finanziaria e per le Camere di Commercio. E cosa abbiamo ottenuto, come categoria? Nulla, al momento. Nulla in campo economico, che le competenze ora previste per ogni dichiarazione (0,50 euro, se non ricordiamo male, che paiono più una ridicola elargizione che un compenso), ma soprattutto anche nulla sotto il punto di vista del riconoscimento del lavoro fatto. L’outsourcing ci è passato sopra la testa, abbiamo lavorato e non abbiamo mai detto nulla, nemmeno quando i collegamenti facevano perdere giorni ed anche notti, ma è ora che richiediamo il giusto riconoscimento morale. Ci dovrà essere dato, ne siamo convinti. Probabilmente basta solo richiederlo. Intanto, continuiamo ad essere il più grande centro di outsourcing in Italia, e lavoriamo gratuitamente. E gratis non è sempre bello, nemmeno se è per l’Amministrazione pubblica.