Valutazione d'azienda. Check list nella due diligence
di Carlotta Pilotto
Il Commercialista Veneto, N. 153 maggio-giugno 2003
La due diligence è un'attività conoscitiva posta in essere nel caso di operazioni straordinarie, al fine di offrire una visione completa della realtà oggetto della trattativa. Negli ultimi anni, si è assistito ad un notevole incremento di questo tipo di operazioni; si offrono così nuove opportunità per i professionisti. Il potenziale acquirente vuole essere nella condizione di prendere una decisione consapevole e ladue diligence risponde proprio a questa esigenza. Nello svolgimento della due diligence può essere utile ricorrere all'applicazione delle check lists, delle liste nelle quali vengono esposte le aree aziendali che verranno analizzate, le ispezioni da compiere, i documenti che saranno esaminati, le ricerche che verranno effettuate presso i pubblici uffici e le perizie di esperti esterni che saranno richieste.
Queste liste devono essere considerate delle guide al lavoro da svolgere, e non come dei controlli tassativi ed esaustivi volti ad eseguire la due diligence in modo appropriato. Inoltre servono a comunicare al cliente le analisi che verranno svolte, al fine di informarlo sulle aree coperte dalla due diligence e nello stesso tempo è utile per poter chiedere alla società target la produzione dei documenti che saranno oggetto d'indagine. Visto che ogni realtà esaminata presenta delle peculiarità proprie in relazione alle dimensioni, alle capacità del management impiegato, al settore in cui opera e al tipo stesso di società, è impossibile compilare una check list che possa essere applicata in tutte le situazioni e che sostituisca la capacità di giudizio e l'esperienza del professionista incaricato. Si deve inoltre considerare che ogni potenziale acquirente ha esigenze conoscitive diverse. Ha quindi senso parlare di check lists solo una volta evidenziati gli obiettivi sottostanti all'acquisizione della società target. Mentre la due diligence contabile e finanziaria, quella legale e quella fiscale sono imprescindibili, altre potrebbero non esserlo.
In ogni caso, la mera applicazione, anche della lista di controllo più dettagliata ed estensiva, deve essere evitata in quanto potrebbe comportare un aggravio ingiustificato del lavoro da svolgere, obbligando i professionisti ad indagare su aspetti della gestione che potrebbero risultare insignificanti per la realtà considerata (si pensi, ad esempio, all'inventario fisico delle scorte in magazzino per una società di servizi). Inoltre, vista l'abituale limitatezza del tempo disponibile per svolgere l'incarico, c'è il rischio di trascurare alcuni aspetti specifici della società target che potrebbero rappresentare la fonte del vantaggio competitivo ed essere di conseguenza un fattore chiave per la determinazione del valore dell'impresa. Ciò nonostante è sbagliato rifiutare a priori la validità dell'approccio ispirato all'utilizzo delle check lists, in quanto, se queste vengono adattate di volta in volta alla realtà considerata e se si prevede la possibilità di aggiornarle nel corso della due diligence, nel caso emergano situazioni che precedentemente non erano state considerate, costituiscono un valido supporto all'attività del professionista che deve saperle applicare con spirito critico, avendo ben presente i rischi che esse comportano.
Rischi e limiti
I rischi che solitamente vengono attribuiti alle check lists sono più propriamente riconducibili ad un loro errato utilizzo. Infatti, i problemi sono legati alla possibilità che la due diligence venga eseguita effettuando meccanicamente i controlli previsti nella lista; il professionista potrebbe essere portato, sbagliando completamente, a parificare il concetto di diligenza dovuta con l'osservanza dei punti indicati. I limiti che possono emergere dall'utilizzo di check lists sono quelli di non riuscire ad adattarsi a tutte le situazioni esistenti, e conseguentemente di prevedere verifiche non necessarie e di tralasciarne altre di significative, il tutto a scapito dell'affidabilità della relazione finale e con il rischio, per il professionista, di essere considerato responsabile per aver emesso un giudizio non coerente con la realtà considerata. Le check lists, se non vengono impiegate con prudenza e adattate alla realtà esaminata, anche nel corso della due diligence, possono snaturare il senso stesso delle verifiche, soffermando l'attenzione dei soggetti incaricati più sulla completezza dei controlli da essa previsti che su quelli effettivamente necessari e derivanti dalle scelte effettuate dal professionista in relazione alla sua esperienza e in base ai risultati emergenti nello svolgimento del lavoro. Qui di seguito si presenta uno schema operativo, da adattare secondo le esigenze specifiche.
Due diligence: un esempio di check list
A. Documenti da analizzare
1. Atto costitutivo e modifiche dello stesso
2. Statuto e successive modifiche
3. Tipo di azioni in circolazione
4. Libro dei soci
5. Rapporti indirizzati agli azionisti negli ultimi 5 anni
6. Libro delle obbligazioni
7. Verbali dell'assemblea degli azionisti
8. Licenze possedute e Stati nei quali può operare
9. Registrazione presso la Camera di Commercio
10. Comunicazioni tra la CONSOB e la società target
11. Notifiche all'Antitrust e comunicazioni intervenute
12. Comunicazioni alla pubblica autorità
13. Dichiarazioni rilasciate alla stampa
14. Contratti d'acquisizione, fusione e scissione
15. Aggregazioni d'impresa: contratti sottostanti
16. Lista dei principali concorrenti e individuazione del benchmark
17. Verbali delle riunioni del consiglio d'amministrazione e del collegio sindacale
18. Lista dei manager e contratti sottoscritti
19. Bilancio d'esercizio e giudizio della società di revisione
20. Bilancio consolidato e parere della società di revisione
21. Rendiconto finanziario
22. Budget
23. Piani industriali
24. Libro giornale e contabilità analitica
25. Dichiarazioni ai fini fiscali e ricevute dei versamenti effettuati (solo per gli anni aperti)
26. Condoni effettuati
27. Cartelle di pagamento e notifiche di accertamenti in corso
28. Documenti rappresentativi dei rapporti con le banche (estratti conto, corrispondenza, ecc.)
29. Contratti d'acquisto e di vendita
30. Listino prezzi
31. Garanzie prestate e altri servizi accessori offerti ai clienti
32. Fatture ricevute ed emesse
33. Lettere inviate da fornitori e clienti in seguito alla circolarizzazione
34. Contratti d'agenzia e di rappresentanza
35. Contratti con i lavoratori e condizioni previste
36. Contratti collettivi
37. Ricevute dei versamenti previdenziali effettuati
38. Documenti relativi le immobilizzazioni immateriali:
a. Registrazione dei marchi
b. Brevetti, licenze e concessioni
c. Contratti che consentono l'utilizzo di opere dell'ingegno
39. Atti notarili
40. Consultazione pubblici registri per immobili e mobili sottoposti a registrazione
41. Verifica catastale degli immobili e consultazione del piano regolatore
42. Contratti di locazione e di leasing
43. Garanzie prestate
44. Lettere inviate dalle banche in seguito alla circolarizzazione
45. Debitori inadempienti: cambiali insolute, ricevute bancarie ritornate, ecc.
46. Polizze d'assicurazione
47. Rapporti interni
48. Contenziosi passati, in corso e minacciati
49. Lettere inviate dai legali e dai revisori in seguito alla circolarizzazione
B. Analisi da effettuare
1. Individuazione dell'evoluzione della società target nel tempo
2. Verifica dell'affidabilità del sistema di controllo interno
3. Individuazione delle aree d'affari
4. Lista dei prodotti offerti
5. Incidenza del fattore moda e grado di obsolescenza delle rimanenze
6. Turnover del magazzino
7. Analisi della contabilità interna e individuazione di costi diretti e indiretti, margini di contribuzione e margini di profitto
8. Studio dei bilanci degli ultimi 5 esercizi
9. Revisione dell'ultimo bilancio: analisi di tutte le operazioni che vi sono rappresentate
a. Esistenza e completezza dei diritti e delle obbligazione
b. Imputazione ed adeguatezza contabile
c. Valutazione
d. Competenza economica
e. Rappresentazione ed informativa supplementare
10. Analisi per indici
11. Verifica dell'adeguatezza dei metodi di valutazione utilizzati
12. Confronto dei valori indicati con quelli di mercato
13. Analisi della situazione fiscale e previsione del tax rate futuro
14. Predisposizione di un bilancio pro forma che consideri le variazioni che interverranno per effetto delle svalutazione e rivalutazioni derivanti dall'operazione e per l'adeguamento ai criteri di valutazione utilizzati dall'acquirente
15. Individuazione delle attività di ricerca e sviluppo e loro adeguatezza alle dimensioni aziendali e alla sua immagine
16. Modernità degli impianti e dei processi produttivi utilizzati
17. Analisi di piani e budget e redazione di piani alternativi
18. Studio della stagionalità delle vendite
19. SWOT analysis
20. Esame della qualità delle materie prime utilizzate e possibilità di reperirle sul mercato a condizioni analoghe a quelle attuali
21. Analisi delle strategie di marketing attuate nel tempo
22. Percentuale media di prodotti resi e di interventi in garanzia, in rapporto alle vendite
23. Individuazione dei sindacati presenti in azienda
24. Analisi degli scioperi passati e possibilità che se ne verifichino di nuovi, stimando le concessioni che dovranno essere fatte
25. Esame dei problemi ambientali e dei costi connessi
26. Valutazione sulla necessità di procedere ad una ricapitalizzazione o sulla possibilità di procedere a nuovi investimenti in relazione alla disponibilità di capitale proprio
27. Rispondenza della società target alle esigenze strategiche dell'acquirente
28. Individuazione delle sinergie ottenibili in seguito all'operazione
29. Valutazione della società target
a. Metodo principale
b. Metodi di controllo