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Revocatoria fallimentare delle rimesse bancarie. Quel che le banche non fanno...

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di Giuseppe Rebecca
Il Commercialista Veneto, N. 151 gennaio-febbraio 2003

Nelle procedure fallimentari è sempre più frequente riscontare l'esercizio dell'azione revocatoria fallimentare delle rimesse in conto corrente bancario. Si tratta di azioni che talvolta consentono anche rilevanti effetti positivi, per la procedura. Queste azioni non sono uniformemente diffuse nel territorio e, come accade anche per altre fattispecie in campo fallimentare, ci sono delle aree territoriali in cui l'azione è praticata in modo diffuso, ed altre dove la frequenza delle azioni è decisamente inferiore. Non c'è ancora, in Italia, una banca dati sulle revocatone fallimentari dei conti correnti bancari. Abbiamo solo delle stime fomite dall'ABI che forse sono anche errate per difetto (a tutto danno del sistema bancario). Gli importi revocati nei confronti delle banche sono stati stimati, al 1999, in 3.000 miliardi di lire (Giuseppe Tarzia, Il Sole 24 Ore 27/1/2000, p. 20) e i pagamenti, per effetto di tali azioni, stimati, per il 1997, in 200 miliardi di lire. Può risultare interessante ricordare che annualmente in Italia sono dichiarati circa 13.000 fallimenti (13.740 nel 1998e 12.718nel 1999) e, sempre annualmente, se ne chiudono quasi 12.000 (11.323 nel 1999, 11.869 nel 2000) con un monte complessivo di quasi 140.000 procedure aperte (con una durata media, per le procedure chiuse, di circa 6 anni e mezzo). Può risultare interessante anche qualche altro dato (Fonte ABI, Posizione comune con ANIA, Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confartigianato, Confagricoltura sulla proposta di riforma fallimentare, Roma, 10/10/2002): - % fallimenti chiusi per mancanza di attivo dal 1988 al 1999: 45%; - soddisfazione media dei creditori (sommatoria chirografari e privilegiati): 10%; - soddisfazione media complessiva delle banche, non attualizzata: 38%. In questo articolo analizziamo cosa le banche non fanno, per cercare di contribuire a ridurre, se non a risolvere, anche da parte loro, questa problematica. Molte sono le cose che il sistema bancario non fa, e che invece potrebbe fare. (...)

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