Vicenza, Sabato 21 Dicembre 2024

L'elusione e i suoi paradossi

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di Giuseppe Rebecca
Il Commercialista Veneto, N. 136 luglio-agosto 2000

Le norme tributarie italiane trattano dell’elusione dal 1989; sono passati già undici anni dal primo provvedimento, ma pare ieri. L’elusione, come è noto, consiste nella utilizzazione di istituti giuridici, oppure nell’utilizzo di carenze normative, per conseguire un risparmio di imposta compiendo uno o più atti. Ricordiamo brevemente l’evoluzione normativa relativamente all’elusione. Se ne occupò dapprima Formica, con la sua legge detta delle tre deleghe (niente a che vedere con il gioco delle tre carte). Innanzitutto si è trattato di una norma per principi, come del resto avviene all’estero, il che corrisponde anche ad un criterio razionale. Salvo che, con un TUIR per casi, mal si conciliavano principi e casi. Il D.L. 2 marzo 1989 n. 69 al titolo II prevedeva disposizioni per ampliare gli imponibili e “contenere le elusioni”; concretamente, le elusioni si volevano solo contenere, non abolire. Questa norma si è subito rivelata difficilmente applicabile, per contrasto di basi di riferimento. Ecco quindi, subito dopo, la legge per casi, la legge 29 dicembre 1990 n. 408, poi modificata dalla legge 23 dicembre 1994 n. 724. Infine, le nuove disposizioni dettate dal D.Lgs. 8/10/97 n. 358 art. 7 (e piccole modifiche dettate dal D. Lgs. 16/6/98 n. 201) che ha esplicitamente abrogato la normativa precedente. (...)

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