Vicenza, Domenica 28 Aprile 2024

La Tremonti per la pubblicità?

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di Giuseppe Rebecca
Il Commercialista Veneto, N. 145 gennaio-febbraio 2002

Il fatturato netto pubblicitario per il 2001 relativamente ai quotidiani si attesta sui 3.200 miliardi di lire, con un calo del 6,8% sul 2000 (Panorama, 27/12/ 01). Si prevede un ulteriore calo del 3,8% per il 2002. Per i periodici, 1.981 miliardi nel 2001 (+ 1,3%) e un meno 4,1% per il 2002. L’Italia è tra gli ultimi paesi, come spesa pubblicitaria; il totale è stimato sui 15 mila miliardi annui di lire (7,7 miliardi di euro), pari allo 0,64% del PIL. Per un confronto (sempre da Panorama, 27/12/01) negli USA la percentuale è dell’1,42%, in Gran Bretagna dell’1,07%, in Germania dello 0,93% e in Francia poco più di noi, 0,68%. Di fronte a questi dati Luca Cordero di Montezemolo, Presidente FIEG, federazione degli editori, chiede l’estensione della Tremonti agli investimenti pubblicitari. La pubblicità, infatti, oltre ai tre obiettivi primari (vendere i prodotti, far conoscere il marchio, stimolare i consumi), ha anche lo scopo di informare. Certo che, ove fosse dimostrata l’utilità effettiva della pubblicità, il discorso non farebbe una grinza. Come sono lontani i tempi in cui taluno aveva proposto, sebbene zittito da subito, da molti, di tassare la pubblicità. E del resto, anche quella proposta aveva una sua logica. Perché assoggettare a tasse beni essenziali (oggigiorno benzina, gas, elettricità per non parlare dell’odiata tassa sul macinato della metà dell’800) e non tassare invece una spesa che essenziale sicuramente non è? Si tassano, giustamente, i piccoli “vizi” (alcool, fumo, lotto, totocalcio, Bingo), perché quindi non colpire anche spese non strettamente necessarie? Allora, circa 5 anni fa, non se ne fece nulla, come nulla, si ritiene, sarà fatto, ora, per la Tremonti. Ove fosse accolta questa tesi, infatti, molto difficilmente si potrebbe negare l’estensione della legge Tremonti ad altre voci di spesa. Io allora mi sentirei di suggerire di considerare quali investimenti produttivi le spese per la consulenza, che sicuramente aiutano le imprese ad avere un futuro migliore, e il paese a progredire. Peraltro non ci conto, almeno al momento.

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