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Governi scorsoi, la condanna d'Italia

di Giuseppe Rebecca
portale Lettera43.it, 12 luglio 2013

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Siamo governati da governi scorsoi, esecutivi che vieppiù ci soffocano.
Mario Monti ha inaugurato questa era, dopo che invero anche l'ultima parte del governo di Silvio Berlusconi era stata caratterizzata, seppur a malincuore e su insistenza dell'Europa, dalla stessa impostazione.
Si tratta di governi che soffocano l'economia, a solo vantaggio del mantenimento, peraltro temporaneo, della spesa pubblica.
Non parliamo più di vera riduzione della spesa pubblica, questa è e rimane, ed anzi, in certi casi si è anche aumentato il budget.

NIENTE TAGLI ALLE SPESE MILITARI. Si è già ridotto, troppo, nella scuola, si è ridotto nella sanità (senza peraltro incidere nello sregolato e diversificato utilizzo delle risorse nelle varie zone d'Italia). Non si bada invece a spese per i militari (missioni all'estero, quasi 5 mila persone costantemente all'estero, per missioni che di umanitario forse hanno ben poco, e acquisti di materiale bellico di tutti i tipi, F35 compresi), non si limitano le spese dei ministeri, e lo Stato va spensierato verso lo sfracello.
Ci riducono il rating (il downgrade deciso da Standard & Poor's ci ha portato a Bbb, a un solo passo dal livello spazzatura), ma noi non ci preoccupiamo, siamo ottimisti, dobbiamo guardare al di là del tunnel.
Intanto le aziende chiudono, gli imprenditori licenziano, le procedure concorsuali ci stanno sommergendo, in una economia priva di denaro, da parte delle banche che hanno, e si sono create, i loro problemi.

RESISTONO SOLO GLI EVASORI. Ora il primo ministro è Enrico Letta. E cosa fa oltre che parlare tanto? Fa il gioco delle tre carte, con Iva, Imu e altre imposte.
Tolgo di qua, rimetto di là, riduco là, aggiungo qua e ci siamo. È un gioco a somma zero, e chiede a noi tutti di seguirlo.
Dobbiamo invece tutti riprendere la capacità e anche la voglia di analizzare autonomamente la situazione. Con le tasse che abbiamo, l'economia è sotto il nodo scorsoio dello Stato. Chi guadagna, e sono sempre meno, deve dare una parte sempre più rilevante all'erario, e sempre pronta cassa.
Se poi ci aggiungiamo il denaro che ai piccoli imprenditori è prestato quasi a strozzo, nessuno ce la fa più. Resistono solo il lusso e gli evasori.

SOMMERSI DALLE IMPOSTE. Ma è questo che lasciamo ai giovani? Certamente no, non può essere così.
Ci fa piacere ricordare, a questo punto, una forte espressione del poeta veneto Andrea Zanzotto, ci ha lasciato nel 2011.
Nel libro-intervista In questo progresso scorsoio (il progresso è visto anche come una condanna) così definisce l'Italia: «È un Paese dominato da una volgarità fatua e rissosa, inserito senza troppa coerenza e convinzione tra un'Europa invecchiante e le esplosioni demografiche vicine. Come dire che siamo sospesi tra un mare di catarro e un mare di sperma». Immagine audace a dir poco, visivamente fors'anche artistica.
Cosa possiamo aggiungere? Governo tecnico, governo dalle larghe intese, purtroppo dei semplici placebo, giusto per prendere tempo. Qualcun altro dovrà alla fine affrontare i veri problemi.
Oggi mancano buonsenso e lungimiranza. Le imposte ci stanno sommergendo, e nessuno muove un dito. Anzi. Chi può, fa bene a scappare.

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